Estate 2016: bilancio della rassegna stampa

L’estate quest’anno ci ha un po’ stravolto con calure intense seguite da piogge torrenziali, altalene di giornate quasi mediterranee e ricadute a piombo con freddi nordici

Le mutazioni climatiche hanno preso il sopravvento e regolano arbitrariamente le stagioni, sconvolgendo i nostri ritmi di lavoro e il nostro stato di salute. In queste condizioni metereologiche anche l’attenzione dei media vagava quest’anno alla ricerca di temi, un po’ a caso e un po’ riprendendo i trends classici, per recuperare notizie-magnete per il gelato.

Ha tenuto alta l’attenzione durante l’estate il tema standard dei Top Ten della stagione, la hit parade annuale dei gusti più amati, che grazie al nostro comunicato stampa, da alcuni anni risveglia interesse tra i lettori. Sulla scia di questo tema si sono accodati articoli sul numero attuale di gelaterie e sulle statistiche di sviluppo del mercato e sul consumo annuale di gelato in Germania. Il consumo attuale di gelato, da come si evince dagli articoli, viene conteggiato su una media di 113 palline di gelato per persona, anche se non si specifica il peso di queste. In tema di gusti anche in piena estate è continuata la pubblicazione di articoli sul gusto dell’anno 2016 – Pistacchio –. Fatto inusuale durante i mesi estivi, con i giornalisti più attenti a temi tipo controlli igienici. Abitualmente del gusto dell’anno se ne parla in primavera, a inizio stagione quando parte il nostro comunicato stampa, ma quest’anno ancora ad agosto si leggeva del pistacchio.

Sempre parlando di gusti, grossa attenzione quest’anno per il destino della vaniglia, non solo come il primo gusto della classifica nei Top 10, ma soprattutto visto il rincaro sui mercati del prezzo di acquisto delle stanghe di vaniglia, dopo la raccolta della stagione disastrosa dell’anno scorso.

Parlando di prezzo veniamo al tema sempre gettonato in estate: il prezzo pallina! Il tema prezzo del gelato rimane in alto nella scala delle domande che i giornalisti ci pongono. Per fortuna grazie a un lavoro certosino di delucidazione telefonica, intervista per intervista, che dura da anni; poi grazie alla strategia di quest’anno d’invio di un comunicato sul tema solo su richiesta siamo riusciti a far capire in parte come il calcolo prezzo pallina segue dei criteri normali in economia (elencando voci di spesa e dinamiche del conteggio).

La strategia del comunicato su questo tema consisteva nel fatto di inviare una descrizione accurata del calcolo prezzo gelato solo a chi s’interessava specificatamente a questo tema, evitando una spedizione attiva a tutti i giornali e agenzie stampa di questo testo con il rischio di risvegliare l’interesse per il prezzo anche tra coloro, al quale non ci pensavano.

In questo modo chi voleva scrivere del prezzo, aveva un documento con informazioni dettagliate. Quest’anno è apparso poi un tema nuovissimo, che ha coinvolto l’attenzione in modo esagerato di tutti i giornali e le radio. Si tratta della graduale scomparsa dalla scena pubblica dei camioncini di gelato. Ci ricordiamo tutti quei camion un po’ vecchiotti che si vedevano nelle giornate estive all’uscita delle piscine, delle scuole, nei parchi o per strada, ecco proprio loro, non si vedono quasi più in giro, con grande “dolore” sembra.

E qui mi permetto di essere ironica, perché è sorprendente il carattere nostalgico di questi articoli, quasi che il cittadino tedesco non possa sopravvivere senza mangiare il gelato venduto dalla finestrella di questi vecchi camion. In sottotono negli articoli e quasi irrilevante passa l’informazione che la causa di questa scomparsa è dovuta alle attuali norme igieniche, ai controlli dei funzionari degli uffici dell’igiene, alla mancata concessione di licenza da parte di questi perché non ci sono i requisiti necessari per la vendita.

L’altro motivo, che ha contribuito a far ridurre il numero di questi camion in giro, è il fatturato irrisorio che ne esce a causa della concorrenza con la gastronomia in generale, presente con chioschi e bancarelle ovunque all’aperto. Da questi articoli sembra che i tedeschi siano parecchio tristi per la scomparsa dei camion di gelato per strada, pur parallelamente pretendendo un prodotto eccellente, che rispetti norme igieniche, la catena del freddo e poi a un prezzo imbattibile … quasi, quasi ci propongono di ritornare a vendere la pallina in pfenning in questo turbine nostalgico. Scusate la battuta. Ultimo tema nuovissimo nella nostra rassegna e di estremo interesse è l’abuso del Made in Italy in quelle gelaterie dal nome classico Eiscafé Venezia, Sanremo, Dolomiti, che sono state prelevate da imprenditori di altra nazionalità, che però si spacciano per italiani. Le gelaterie sono rimaste nell’arredamento com’erano, in sottofondo canta sempre Luciano Pavarotti alternato a Eros Ramazzotti, i nuovi titolari – che non sono italiani – cambiano i loro nomi e si fanno chiamare Alberto, Luigi, Silvio, Pietro e simili, parlano qualche frase di italiano e fanno finta di produrre artigianalmente gelato italiano.

Solo una nazionalità non rientra in questo gruppo di falsari e sono i tedeschi, che integri aprono gelaterie proprie, piccole e dignitose, con nomi originali, in uno stile che nulla hanno a che fare con quello della gelateria classica italiana. Propongono un gelato impeccabile per norme igieniche e caratteristiche, vengono da professioni dove si sono fatti un “meister” come Konditor, Bäcker, Koch, Patissier. Hanno tutti un AdA Schein e vanno per la propria strada senza abusare di nomi e immagine italiana. E’ la prima volta che un giornalista nota questa realtà e questo può farci riflettere.

Infatti al termine dell’intervista, questo giornalista mi chiese “Ma come mai questa nuova generazione di gelatieri tedeschi competenti non fa parte della vostra associazione? Alla fin fine, sono già simbolicamente i vostri alleati, impegnati in silenzio contro l’abuso incondizionato dei falsari.”

Dr. Annalisa Carnio

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